NON BRUCIAMO IL FUTURO! VOLTIAMO PAGINA! SE NON ORA QUANDO? Lettera aperta delle associazioni e dei comitati agli amministratori del territorio sul futuro di ACCAM Cari sindaci, cari assessori, cari consiglieri comunali, tra non molto sarete chiamati a prendere decisioni importanti sul futuro di ACCAM. Sappiamo che soprattutto in tempi non facili come questi decidere con uno sguardo al futuro non è cosa semplice, spesso si privilegiano valutazioni di breve periodo per gli aspetti economici immediati anche se poi tali scelte si rivelano miopi e dannose per gli abitanti del territorio e, soprattutto, per le generazioni future. Si presenta oggi una occasione fondamentale ed unica per imboccare un nuovo e virtuoso percorso nel ciclo dei rifiuti. Nuovo sul nostro territorio e in Lombardia, ma non certamente sconosciuto a chi in altre aree del nord Italia ha con successo adottato soluzioni alternative all’incenerimento. ALTERNATIVE EFFICIENTI, RISPETTOSE DELLA SALUTE E DELL’AMBIENTE ED ANCHE MENO COSTOSE. Ci riferiamo ai cicli a freddo, che puntano al massimo recupero della materia non più vista come rifiuto ma come preziosa risorsa, secondo quanto indicato dal Consiglio Europeo, ossia a quello che possiamo abbreviare come “la fabbrica dei materiali”. Alcuni di voi hanno anche avuto modo di toccare con mano che soluzioni di questo tipo funzionano: siamo andati a vederle in opera in Veneto, constatando che queste sono soluzioni efficaci sia dal punto di vista economico che ambientale. Non è un caso che tra gli scenari individuati dal tavolo tecnico, anche in quello del revamping di una sola linea di incenerimento, si sia dovuto affiancare la “Fabbrica dei materiali”. Ma il punto sta proprio qui. Che senso ha mantenere una linea di incenerimento quando ci possono essere soluzioni alternative più efficaci e meno costose? quando la stessa Regione Lombardia sta ragionando sulla dismissione progressiva di questi impianti proprio a partire da quello di Busto Arsizio? quando le indicazioni anche a livello europeo parlano ormai di “economia circolare” ovvero di massimizzare gli sforzi nel recupero e riutilizzo della materia? Quando molti di voi hanno aderito al “Patto dei sindaci” che prevede la minimizzazione delle emissioni di CO2 che non si ottiene certo incenerendo? Anche le cifre parlano chiaro. Compariamo i costi di investimento: la realizzazione della fabbrica di materiali costa 13 milioni di euro contro i 23 del revamping che peraltro da solo non sarebbe economicamente sostenibile se non si aggiungesse comunque un altro impianto (fabbrica di materiali e/o impianto per l’umido) col saldo finale che parte dai 37 per arrivare ai 48 milioni !!! Quale banca fornirebbe oggi un credito di questa rilevanza per il mantenimento di un impianto di incenerimento ormai superfluo in una realtà regionale che prevede la dismissione progressiva di questa modalità di smaltimento? Mentre prendiamo atto con piacere del lavoro collegiale svolto dal tavolo tecnico sugli aspetti più industriali e tecnologici, pur con le diverse “filosofie” di partenza, consentiteci di rilevare come negli scenari economico-finanziari sia prevalente una impostazione “aziendalista”, intesa non a valutare i benefici indotti sul territorio (anche in termini di risparmio sulla gestione complessiva dei rifiuti, che derivano dalle attività di riciclaggio e riduzione) ma semplicemente la differente profittabilità economica delle diverse opzioni per il solo smaltimento del rifiuto residuo! Una quota di rifiuto che peraltro, e proprio a ragione delle indicazioni che derivano dal quadro strategico e politico-normativo nazionale e comunitario, dovrebbe essere sempre più marginale, influendo dunque in misura secondaria sulle economie complessive del sistema (determinate sempre più invece dalle attività di riciclaggio e riduzione)…. Insomma, l’approccio adottato per le valutazioni è sbilanciato verso le ipotesi aziendaliste favorevoli all’incenerimento. Addossare i costi di bonifica (una delle principali determinanti di costo nell’ipotesi di dismissione) alla sola ipotesi di dismissione dell’impianto, dimenticando che questi costi dovrebbero essere accantonati progressivamente comunque anche nel caso del mantenimento dell’inceneritore ne è un buon esempio. MA CI SONO ALTRI ELEMENTI IMPORTANTI DA VALUTARE: I calcoli sul fatturato del revamping (su un arco temporale di 15/20 anni) non possono non tenere conto che:
- gli incentivi economici (ex certificati bianchi, ex Cip 6 ecc,) sono in costante e deciso calo
- il prezzo di vendita dell’energia elettrica è soggetto a sensibili variazioni ed anche qui in calo per la maggior produzione fotovoltaica ecc.
- gli imponenti ricavi del teleriscaldamento (oltre 3,3 milioni anno) si scontrano col fatto che solo un Comune (o Busto o Legnano) potrà essere alimentato e che oggi queste reti sono in perdita a causa del limitato numero di utenti.
Cari, sindaci, cari assessori, cari consiglieri comunali, in passato il nostro territorio è stato alla testa della innovazione industriale. Questa è una buona occasione per dimostrare che non abbiamo perso la capacità di costruire il futuro. L’occasione che abbiamo di fronte è importante. E’ una occasione per un cambio di strategia in linea con le scelte della Regione Lombardia, da cui ci aspettiamo collaborazione e sostegno. Il caso ACCAM con la dismissione definitiva dell’inceneritore di Borsano e la realizzazione di impianti per il recupero di materia sarà la prova della lungimiranza delle Amministrazioni locali. CONFIDIAMO NELLA SAGGEZZA DELLE VOSTRE DECISIONI CHE SARANNO RICORDATE IN FUTURO DAI NOSTRI FIGLI! E’ ORA DI VOLTARE PAGINA! CON CORAGGIO E SENZA AMBIGUITA’! 3 novembre 2014 Comitato Ecologico Inceneritore e Ambiente di Borsano, Comitato RifiutiZero Busto Arsizio – NoInceneritore, Rete Rifiuti Zero Lombardia, Movimento Legge Rifiuti Zero Legnano e Altomilanese, Ecoistituto della Valle del Ticino Onlus, Medicina Democratica Onlus, Salviamo il Paesaggio Inveruno Furato, Associazione 5 Agosto 1991 di Buscate, Comitato No Terza Pista di Vanzaghello, Comitato Acqua bene comune della Provincia di Varese, Coop. Centro per la salute G.Maccacaro Arl, Associazione InFormazione inMovimento Legnano, Ass. NOI per la città Parabiago, Circoli Legambiente “Ticino”–Turbigo, Parabiagio, Valle Olona.