E’ l’ultimo libro di Paolo Pasi, giornalista del TG3 che verrà presentato mercoledì 20 maggio alle ore 21 e trasmesso in diretta sulle pagine facebook di “Ecoistituto della Valle del Ticino” e de “La Tela, osteria del buon essere” , dalle quali si potranno porre domande all’autore.
Un bel libro edito da Eleuthera che narra di una vita intensa , quella di Giuseppe Pinelli, vita strettamente intrecciata a quella di Milano, luogo dell’impegno politico e degli affetti più profondi.
Pino era nato nel 1928 in uno dei quartieri più popolari e ricchi di storia della città, porta Ticinese, una successione di case di ringhiera, di ballatoi affacciati sulle rumorose discussioni tra vicini, di trattorie operaie e posti di ristoro per i barcaioli che trasportano la ghiaia lungo i Navigli. Da che parte stare lo aveva già deciso quando, appena sedicenne, diventa staffetta partigiana in una brigata libertaria.
Questa è la sua storia, che non è solo la storia della diciassettesima vittima della strage di piazza Fontana, ma quella di un uomo che amava la sua famiglia ed era orgoglioso del suo mestiere, che leggeva poesie e faceva volare gli aquiloni, un uomo che ha vissuto con passione la sua epoca lottando per un mondo migliore. Fino all’ultimo.
La sua vicenda esistenziale viene «accidentalmente» interrotta nella notte tra il 15 e il 16 dicembre del 1969, nel pieno della strategia della tensione e delle trame più oscure, subito dopo la strage di Piazza Fontana, ma è proprio lì, sotto quella finestra spalancata della questura, che la sua storia individuale è diventata collettiva. Una storia che ci riguarda tutti. Una storia che non si è mai chiusa.