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MAESTRE … tra passione e stress

Presentazione  di Maestre il libro di Simona Borgatti giovedì 22 febbraio alle 21 presso Le Radici e le Ali via San Rocco 48 – Cuggiono.  

Maestre”, ambientato nell’immaginario borgo lombardo di Pieve Paesino, racconta di Agnese, maestra sfinita, prossima alla pensione e dipendente da ansiolitici, che si scontra con Martina, giovane entusiasta e preparata, ma priva delle astuzie che arrivano con l’esperienza. Entrambe segnate da drammatiche vicende private, si muovono all’interno di un microcosmo ritratto con arguzia: ci sono le Scandinave, entusiaste sostenitrici di qualsiasi innovazione pedagogica, meglio se proveniente dall’estremo Nord dell’Europa, le TecnocraZie, digitalizzatrici selvagge della didattica, le Oratoriane, vestali del parroco, Bruno, l’unico maestro maschio, ambìto oggetto del desiderio di madri e colleghe, la dirigente scolastica, pignola esecutrice delle indicazioni ministeriali a scapito di una reale qualità della relazione educativa. Le loro vicende si intrecciano con quelle degli altri personaggi del paese, rendendo così “Maestre” una narrazione corale.

Il reale protagonista della vicenda è però il burnout, o per i più, l’esaurimento: la postfazione è di Vittorio Lodolo D’Oria, medico del lavoro ed unico esperto di stress da lavoro correlato in campo scolastico. Fredric Jones ha scritto che “gli insegnanti prendono ogni giorno circa 500 decisioni di conduzione della realtà di classe. Il loro lavoro è secondo come complessità e stress, solo a quello dei controllori di volo del traffico aereo”.

Mi sono accorta che a ogni richiesta ormai rispondo sulla difensiva, perché temo che si aggiungano ulteriori oneri a quanto già sto facendo. Vorrei lavorare solo con una selezionatissima compagine di persone, filtrando accuratamente i contatti per preservare le energie che si stanno esaurendo con rapidità allarmante. In tanti stiamo raggiungendo il Teacher Overshoot day, o meglio, il giorno del debito energetico per i docenti, quello in cui possiamo dichiarare esaurite tutte le nostre risorse.

Esitiamo a fermarci, a chiedere un periodo di aspettativa, perché è talmente totalizzante la passione per ciò che facciamo che arriviamo a esserne divorati: il burnout si insinua balordamente nel nostro quotidiano, ogni giorno ci ripetiamo che ce la possiamo fare, ma in realtà stiamo solo tirando la corda un pochino di più, rischiando che di punto in bianco si spezzi.

Solo che non la corda in questo caso è la nostra psiche, frantumata da piccoli inconvenienti trasformati in macigni che ci colpiscono senza tregua.

Simona Borgatti con intelligenza e delicatezza ha ritratto questo vampiro che ci insidia ogni giorno, che ci annichilisce e desensibilizza, perché questa è la sua peggiore conseguenza: toglie la capacità di empatizzare, trasforma in freddi esecutori incapaci di anche minimo affetto per ciò che si sta facendo.

Leggendo mi sono sentita meno sola e ho ricevuto un soffio di energia in più per continuare; un po’ come Blanche Dubois de “Un tram chiamato desiderio” dirò che “Ho sempre confidato nella gentilezza degli estranei”. Questo libro è stata un’inaspettata gentilezza. Grazie.

Chiara Gualdoni , insegnate