Storia di una città e di una famiglia nella tragedia Giuliano Dalmata.
Ne parliamo il 10 febbraio, giornata del ricordo, alle 21 con Harry Bursich, cittadino italiano nato a Fiume e Daniela Franchetti dell’Istituto varesino di Storia dell’Italia contemporanea sulla pagina facebook e sul canale youtube di Ecoistituto
Parlare degli esuli Giuliano Dalmati significa recuperare un pezzo di tragica storia del Novecento. Storia complessa, spesso sottaciuta quando non distorta. Ma è importante parlarne non tacendone cause e sviluppi perché è soprattutto nella prima metà del Novecento che un nazionalismo esasperato, variamente connotato ideologicamente, ha portato comunità multietniche insediate su uno stesso territorio in Venezia Giulia, Istria e Dalmazia a devastanti conflitti.
Esemplare sono i casi di Trieste, di Pola, di Fiume città dove Italiani, sloveni, croati, ebrei convivevano all’interno di fiorenti realtà, allora importanti sbocchi sul mare dell’impero asburgico. E’ infatti negli anni venti con gli sconvolgimenti portati dalla Grande Guerra nell’area orientale, con la fanatica propaganda nazionalista, con la virulenza del primo fascismo, con l’italianizzazione forzata e brutale dei territori di frontiera prima e con l’occupazione dell’esercito italiano nei Balcani negli anni quaranta poi, che si acutizza quella devastante contrapposizione che troverà il tragico epilogo contro le popolazioni italiane dopo l’otto settembre ’43 provocando negli anni seguenti il massiccio e doloroso esodo di ben 300.000 nostri connazionali.