Vai al contenuto
Home » Baj Baj Enrico!

Baj Baj Enrico!

Dalla Patafisica a Palazzo Reale: tutto il grottesco del mondo
Giovedì 16 gennaio 2025
ore 21 Le Radici e le Ali via San Rocco 48 – Cuggiono

Conversazione con Donatella Tronelli  e Roberto Maria Mascheroni amico dell’artista.

Serata introduttiva alla visita alla mostra retrospettiva in corso a Palazzo Reale sino al 9 febbraio, con cui Milano celebra, nel centenario della nascita (Milano 1924 – 2003 Vergiate), uno dei protagonisti della neoavanguardia nazionale e internazionale, ripercorrendone per tappe significative la lunga e poliedrica avventura artistica e umana.

Per questa occasione cuggionese si espone, a preziosa testimonianza, un’opera inedita di Enrico Baj, parte di una tela di maggiori dimensioni, titolata Arte. Dio.Cucina. Consumo  realizzata nel 1985 al milanese Circolo Bertold Brecht da venti artisti, fra cui Roberto Maria Mascheroni, che sarà egli stesso presente alla serata di giovedì, con il suo ricco bagaglio di ricordi d’amicizia e collaborazione.

Infine, parlando del nostro territorio, va ricordato come, nei primi anni Novanta, Baj sia stato fra i primi ad appoggiare Daniele Oppi nella fondazione della Cooperativa Il Raccolto, promotrice di forme artistiche indipendenti e tuttora attiva alla Cascina del Guado di Robecchetto, affacciata sulla sponda del Naviglio Grande.

Enrico Baj è stato un pittore, scultore, saggista, scrittore italiano e uno degli artisti più importanti del dopoguerra. Nasce a Milano nel 1924.
Nel corso della sua vita ha sempre avuto rapporti con poeti e letterati italiani e stranieri tra cui André Breton, Marcel Duchamp, Raymond Queneau, Edoardo Sanguineti, Umberto Eco e aderito a diversi movimenti artistici tra cui il Surrealismo, il Nuovo Realismo e la Patafisica fino a fondare nel 1951 con Sergio Dangelo e Gianni Dova il Movimento Nucleare. Il principio fondante del Movimento Nucleare consisteva nel ritenere che tutte le forme si disintegrano, perché le nuove forme dell’uomo sono quelle dell’universo atomico. L’umanità intera, secondo Baj, è diventata schiava della tecnologia, e per poter trovare la nuova realtà è necessario scendere nell’atomo, poiché è lì che si trova l’intero universo.

Tra le sue opere più famose e che hanno segnato la storia dell’arte contemporanea la serie dei Generali. L’interesse di Enrico Baj per questo argomento nasce dal fatto che l’artista visse a pieno il periodo della seconda guerra mondiale, osservando la distruzione del senso di umanità nella sua forma più completa.

Il funerale dell’anarchico Pinelli è un’opera d’intaglio enorme, di ben 3 metri di altezza e 12 di lunghezza. All’interno della composizione, ci sono 18 figure intagliate dall’artista, tra cui Pinelli, che viene elogiato dai personaggi sul lato destro e praticamente linciato dai personaggi sempre in uniforme militare e con fattezze mostruose sulla sua sinistra. Questo lavoro rappresenta l’interesse che Enrico Baj ha sempre avuto nell’ambito della pubblica giustizia, opinione che lo ha spesso fatto schierare ideologicamente dal lato dei rivoluzionari, che vorrebbero cambiare il mondo a favore di un senso di umanità più forte di quello attuale.

Nelle Maschere tribali ritroviamo invece il monito di Enrico Baj verso la società occidentale di fine ventesimo secolo, che ha perso qualsiasi senso di evoluzione psico-culturale, per ritornare, umanamente parlando, allo stadio primitivo. È tutto ovviamente un ossimoro nei confronti del progressismo sfrenato, criticato dall’artista in praticamente tutte le sue opere.
Enrico Baj muore a Vergiate in provincia di Varese nel 2003.