E’ con vero piacere che editiamo questo terzo numero di Quaderni per pensare, supplemento al nostro trimestrale La Città Possibile, quaderno dedicato a una iniziativa non certamente locale ma di estrema attualità, quella del Climate Social Forum al quale anche noi, come Ecoistituto della Valle del Ticino abbiamo dato un seppur piccolo contributo. Lo facciamo anche così, con questa pubblicazione sintetica degli atti del Forum in modo che ne resti traccia cartacea, oltre a quella più completa visionabile sul web che ne riporta integralmente gli interventi www.climatesocialforum.org
ll Forum tenuto on line, dal 14 al 20 dicembre 2020, nasceva dalla volontà di diverse realtà della società civile e di attivisti sparsi in ogni continente, quando si è saputo che la COP26 di Glasgow sul clima, non si sarebbe tenuta alla scadenza prestabilita (dicembre 2020), ma veniva rimandata al dicembre successivo. Questa decisione cadeva purtroppo in un momento in cui eventi meteorologici estremi, sempre più intrecciati a quelli sociali e sanitari, covid in primis, stavano dimostrando invece l’urgenza di interventi non più rimandabili per un cambiamento radicale orientato a portarci fuori dall’era dei combustibili fossili, per incamminarci verso un mondo più in pace con la natura, tra noi umani, e con la meravigliosa biodiversità del vivente sempre più minacciata da scelte insensate di una economia rapace incurante di ciò che sta alla base di ogni sviluppo vero, degno di questo nome, quello che tiene conto degli equilibri naturali.
Questa aspirazione non è una utopia consolatoria. E’ un obiettivo indispensabile per la sopravvivenza, anche quella di noi “sapiens”.
Utopia semmai è pensare che questo cambiamento possa avvenire automaticamente, che ci possa essere regalato dalla “mano invisibile” dei mercati, che possa avvenire senza una diffusa presa di coscienza collettiva, senza una consistente pressione dal basso, senza un ruolo attivo delle comunità locali e di tutti coloro che si rendono conto del vicolo cieco in cui ci stiamo infilando perseguendo irresponsabilmente il mito di una crescita infinita in un modo finito.
Come ci ricordano i ragazzi di Friday for Future “Non esiste un pianeta B”, è questo di cui dobbiamo avere cura, a partire dai nostri luoghi, modificando i nostri comportamenti, i modi di produrre, di consumare, di vivere, di costruire relazioni, affinché continui a essere la nostra accogliente casa comune.
Un sentito ringraziamento, oltre a coloro che abbiamo conosciuto in questa bella avventura del Climate Social Forum 2020, a tutti quelli che, in vario modo e ad ogni latitudine, non intendono rinunciare a un “futuro capace di futuro”, comportandosi e organizzandosi di conseguenza.
Un particolare grazie alla Fondazione Comunitaria Ticino Olona che ha supportato questa pubblicazione inserita nel progetto “ Noi e il clima che cambia”.
Ecoistituto della Valle del Ticino