Inaugurazione mostra sabato 23 dicembre ore 17
Apertura : dal 25 dicembre al 6 gennaio dalle 15 alle 18,30 nei giorni festivi e prefestivi.
Le Radici e le Ali (già chiesa di santa Maria in Braida) via San Rocco 48 – Cuggiono
Le sedici vedute di Milano, datate fra il 1786 e il 1792 – e, in tiratura primi Novecento, esposte a Cuggiono in Santa Maria in Braida, sono senza dubbio fra le opere più ricordate del milanese Domenico Aspari (1745-1831), noto incisore del Settecento italiano. Con il sussidio di alcuni benefattori, Aspari è inviato giovanissimo all’Accademia di Parma, dove realizza anche dipinti decorativi per Palazzo Ducale. Tornato ventenne a Milano, dopo anni di difficoltà, entra nel primo gruppo di maestri scelti per l’Accademia di Brera, istituita da Maria Teresa d’Austria nel 1776. A Brera resta cinquant’anni, insegnando elementi di figura e, memore della grande lezione di Giovanni Battista Piranesi, dedicandosi ormai quasi unicamente all’incisione. Nella Pinacoteca braidense è conservato il suo autoritratto.
Le sue animate immagini di Milano, data per scontata la valenza esecutiva, rappresentano oggi non soltanto una suggestiva testimonianza storico-urbanistica, ma anche una preziosa incursione su momenti di vita quotidiana di una città in stagioni di rapida crescita, che finiranno per sfociare nell’appellativo di “capitale morale”.
La mostra di Aspari costituisce, oltre tutto, un momento di raccordo fra due filoni di ricerca che l’Ecoistituto della Valle del Ticino viene svolgendo da qualche anno e intende svolgere nel prossimo futuro. È iniziata, infatti, nel 2013 l’indagine sul Settecento, in specie cuggionese quale secolo architettonicamente più presente nella nostra cittadina. E dall’odierno primo tassello inizierà una serie di esposizioni e incontri, sino ad arrivare al contemporaneo, sull’antica e nobile arte incisoria.
«Dicesi incisione l’arte la quale per mezzo del disegno e di tratti lasciati in rilievo, oppure in incavo nelle materie dure come il legno ed i metalli (e, tra gli altri, il rame e l’acciaio), riproduce le forme, i lumi e le ombre degli oggetti visibili, e moltiplica queste imitazioni col mezzo della impressione che si fa sopra la carta o altra materia atta a ricevere, massime allorché è umida, tutti i segni dell’inchiostro che sono rimasti nelle parti rispettate dal bulino e quindi in rilievo, se si tratta di incisione in legno, oppure nei tagli, o sia negli incavi, se si tratta di incisione su metalli.
Le copie di un disegno così ottenute si dicono Stampe.»
(da L. De-Mauri, L’Amatore di Oggetti d’Arte e di Curiosità, Hoepli, Milano 1922, p. 459)