La lotta contro il fascismo è base della Repubblica, ma solo con fatica è (ri)emersa la grande varietà delle posizioni politiche che animarono partigiani e patrioti. Questo convegno ricorda “gli altri colori della Resistenza”
Sulle montagne e ancora di più nelle città, la Resistenza coinvolse tante diverse “minoranze” antifasciste. Un contributo che ancora oggi rimane poco conosciuto.
Non è facile raccontarne la complessità di questo colorato mosaico, ma vogliamo provarci senza retorica, senza nascondere luci e ombre, parlando di una Resistenza e di in Antifascismo meno conosciuto ma non per questo non degno di nota. Questi raggruppamenti affondavano profonde radici nella storia del movimento contadino e operaio, nel popolarismo cattolico, nelle tradizioni del movimento libertario.
Se il ruolo organizzativo in particolare delle Brigate Garibaldi è innegabile e centrale, se importante è il contributo delle brigate di Giustizia e Libertà, la Resistenza “altra”, estranea alla sola radice della sinistra marxista, è in realtà significativa.
Ad esempio il CIL, corpo italiano di liberazione, primo nucleo del rinato esercito italiano ,venne impiegato nel ’43-’44 in Marche e Abruzzo contro i tedeschi della linea Gustav come forza armata co-belligerante sotto comando e con armamento inglese. Di rilievo e’ la storia poco conosciuta della Brigata Maiella…
In alcuni territori la resistenza altra è fenomeno di massa, come ad esempio nel Bresciano dove le “Fiamme verdi” – formazioni cattoliche, che si rifanno alla tradizione degli alpini – hanno visto coinvolte centinaia di giovani uomini e donne, sostengono vere battaglie in montagna, organizzano la lotta in città.
O ancora nella zona tra Lucca e Pistoia, con le formazioni indipendenti nella “XI Zona Pippo” di Manrico Ducceschi, capace di dare del filo da torcere ai tedeschi a ridosso del fronte appenninico.
Meno note le formazioni anarchiche e libertarie, nonostante il loro ruolo significativo nel primo antifascismo e nella guerra di Spagna. I libertari riprendono la lotta dopo l’otto settembre non solo sulle montagne dell’Apuania (la zona dei cavatori di marmo), ma anche nei dintorni di Pistoia, o in Liguria, rappresentando una voce anomala anche nelle città, spesso diffondendo giornali e sostenendo la fuga di chi è braccato, fedeli all’ostilità a ogni carcere e carceriere, convinti della necessità di evitare di diventare “non umani” nella spirale della guerra civile.
Se ne parlerà giovedì 22 aprile alle 21 in questo incontro organizzato dalla FIVL, ANPI, CVL, Ecoistituto; ACLI, Museo storico civico di Cuggiono, fondazione Candiani,
La diretta streaming potrà essere seguita sul canale youtube di Ecoistituto o sul link della diretta: