Incontro col giudice Guido Salvini, venerdi 20 dicembre ore 21 – Le Radici e le Ali- Via San Rocco 48 – Cuggiono
A cinquant’anni da quei fatti, di fronte ad una verità emersa sul piano storico, ma mai fino in fondo sancita su quello giudiziario, si pone la necessità di riannodare i fili della memoria per far capire, specie ai più giovani, cosa accadde davvero e quale eredità quelle vicende consegnino al presente.
La storia di Piazza Fontana è talmente intrecciata con quella del Paese da continuare ad interrogarne la coscienza civile,
Lo indica con chiarezza l’esperienza del giudice Guido Salvini che negli anni Novanta aveva condotto le indagini poi confluite nel terzo processo per la strage – chiusosi però nel 2005 da una sentenza della Cassazione che pur riconoscendo la responsabilità dei militanti veneti di Ordine Nuovo assolse anche gli ultimi imputati
In La maledizione di Piazza Fontana (Chiarelettere, pp. 614, euro 22) Guido Salvini spiega come “ci sono storie che non si staccano, che ti seguono ovunque e non ti lasciano più”.
Il libro, scritto con il giornalista Andrea Sceresini, dà conto del lungo lavoro compiuto allora da questo giudice istruttore di Milano per far luce sulle responsabilità dei neofascisti, ma indica anche quanti elementi e possibili testimonianze siano emerse in seguito, facendo ulteriore luce sulla vicenda.
La «maledizione» di cui parla il giudice Salvini sta proprio in questa impossibilità di fissare definitivamente una verità già emersa, malgrado tutto, in tanti anni di indagini e contro-inchieste.
Dopo la sentenza della Cassazione, il giudice ha continuato il suo lavoro di ricerca, «da cittadino e studioso», fino ad affermare che «se un nuovo processo venisse celebrato oggi, sommando quello che è emerso in tutti i processi e gli elementi contenuti in questo libro, è probabile che i responsabili della strage avrebbero tutti o quasi un nome».
L’incontro è organizzato da Ecoistituto, ANPI, ACLI