Ed eccoci di nuovo qui, con questo numero autunnale della rivista a raccontare vicende nostre o a noi più o meno vicine, dove la parola vicinanza non è solo un termine geografico. A cercare stimoli, a guardare con curiosità quello che ci sta intorno, a creare occasioni di contaminazione reciproca con altre realtà. Presenti e passate.
In altre parole a non rinchiuderci in noi stessi. Lo si può fare anche partendo da piccole realtà come le nostre, nelle quali a ben guardare spunti interessanti per aprirsi agli altri e al mondo li possono anche avere. Per dirla chiara lo si può fare se il nostro sguardo cerca di non essere superficiale.
Non si tratta di campanilismo, ma di attenzione a quello che ci sta intorno che è cosa ben diversa. Una attenzione, consentitecelo, che crediamo abbia poco da spartire col vociare senza senso che spesso siamo costretti ad ascoltare. Un’attenzione come primo passo, un partire da lì per costruire insieme ad altri nuove possibilità.
Verrebbe da dire che in situazioni non certo facili, come quella che viviamo, alimentare spunti interessanti, aprire possibilità, non limitarsi al lamento deve essere il compito di quella cittadinanza attiva che nel “voler bene ai propri luoghi” si da da fare affinché anche nelle piccole cose si realizzi quello che vorrebbe vedere nelle grandi.
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