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Percorso della memoria – Mesero

24 Febbraio 1945
Morte del partigiano Luigi Crespi e assalto alla cascina Crespi di Mesero

Luigi Crespi

Durante la Resistenza, la Cascina Crespi di Mesero era un punto di riferimento per la Brigata Leopoldo Gasparotto, formazione partigiana autonoma territoriale, con base a Cuggiono.
Alessandro Crespi, il proprietario, vi ospitava alcuni dei suoi membri, gruppo a cui Luigi Crespi, primogenito sedicenne di Alessandro, si era unito.
La sera del 24 febbraio 1945, Luigi e due suoi compagni, l’alsaziano Marcel e Peppino Stefanoni di Arconate, vennero sorpresi in azione, a Castano Primo, da una pattuglia tedesca. Nello scontro a fuoco che seguì, Luigi e un tedesco rimasero uccisi. I compagni di Luigi si precipitarono ad avvertire la sua famiglia. Ma i repubblichini, che avevano identificato subito Luigi dai documenti che aveva con sé, piombarono di lì a poco sulla cascina. La devastarono e saccheggiarono, minacciando, nel corso dei pesanti interrogatori a cui vennero sottoposti i suoi abitanti, di darla alle fiamme.
Alessandro, che era fortunosamente sfuggito all’attacco, nascosto all’esterno con alcuni partigiani che aveva immediatamente contattato, non appena i repubblichini se ne furono andati, aiutò, insieme ai partigiani, le famiglie a trasferire quanto più possibile delle proprie cose presso l’abitazione di un suo parente, luogo dove passarono tutti la notte. La cascina rimase deserta. Solo all’alba, con un po’ di timore, le famiglie vi rientrarono.
L’assalto alla Cascina Crespi aveva fruttato ai repubblichini il ritrovamento di una valigetta coi tesserini dei partigiani
di Castano. Sulla scorta di quelle tessere, la stessa notte vennero arrestati e ferocemente interrogati undici
partigiani: Antonio Noè, Franco Noè, Franco Griffanti, Nino Leoni, Nino Croci, Livio Lualdi, Angelo Macchi, Ambrogio Merlo, Riccardo Noè, Ultimio Sanson e Bruno Valli.

Cascina Crespi

Tutti furono condotti, il pomeriggio del 26 febbraio 1945, al Cimitero di Castano Primo, insieme a Vittorio Minelli,partigiano non di Castano, arrestato giorni prima, in un’altra retata. Antonio Noè, Franco Noè e Franco Griffanti vennero fucilati sul posto, mentre Vittorio Minelli presso il Cimitero di Sacconago. Gli altri otto invece furono ricondotti in carcere per essere poi avviati alla deportazione d’Oltralpe, internati verso la fine di marzo, a questo scopo, nel Campo di Transito di Bolzano. Il Campo di Bolzano fu fortunatamente aperto il 29 aprile 1945 e i castanesi liberati insieme agli altri prigionieri.
Nei giorni seguenti la morte di Luigi, sua madre, grazie all’interessamento del parroco, ottenne il permesso di vedere il figlio morto. Recatasi all’obitorio del Cimitero di Castano Primo, trovò che il tedesco ucciso era stato messo sul tavolaccio, mentre suo figlio era disteso sul pavimento, sotto il tavolo.

Data inaugurazione targa: 27/4/2025

PER SAPERNE DI PIÙ
M. Tenconi, Le Brigate Garibaldi e la lotta di Liberazione nel Sud-Ovest milanese, articolo su: (http://www.storiaxxisecolo.it/Resistenza/resistenza5.htm)
A. Magnani, M. Tenconi, Partigiani tra le cascine, Ed. In Curia Picta, aprile 2012
https://www.anpi.it/
http://www.museopartigiano.it/
https://lnx.ecoistitutoticino.org/wordpress/percorso-memoria/
https://lnx.ecoistitutoticino.org/wordpress/la-resistenza-a-cuggiono-e-dintorni/