
I cinque martiri di Ferno
LA BRIGATA
A Ferno e dintorni, durante la Resistenza, operava la Prima Brigata Lombarda della Montagna, formazione partigiana collegata alle Garibaldi della Valsesia.
La brigata, estesa operativamente fra Gallaratese e Basso Novarese (aveva una “volante” a Mezzomerico), raggiunse i 164 effettivi.
Era guidata dal fernese Antonio Jelmini, il Comandante “Fagno”, operaio della Caproni, nella Resistenza dall’immediato dopo 8 Settembre. Vicecomandante della brigata era invece Nino Locarno, nome di battaglia “Walter”. E la sorella di Nino, Carla Locarno, ne era un’importante staffetta. Una famiglia antifascista quella dei Locarno, che a Verghera, frazione di Samarate, gestiva l’Osteria Roma, base logistica partigiana sin dall’autunno del ’43.
L’ECCIDIO
Nel dicembre del ’44, dopo un lungo periodo nella base di Mezzomerico, costretta da un rastrellamento, una parte della brigata varcò il Ticino e rientrò in Lombardia. Fu l’occasione quella, per i partigiani di Ferno e Samarate, di passare il Natale con i propri cari. Così si separarono, dandosi convegno per il 3 gennaio in questo luogo, la Cascina Brabbia di Ferno, per il rientro a Mezzomerico.
Giunse il giorno dell’appuntamento, con un imprevisto: tre partigiani si presentarono con un prigioniero, un milite repubblichino, fatto questo che comportò una ripianificazione della partenza.
Si decise infine che il prigioniero sarebbe partito col gruppo verso il Piemonte. Non vi erano però armi sufficienti, quindi il gruppo si dovette dividere: alcuni uomini, fra i quali il Comandante e il Vicecomandante, rimasero nascosti in cascina in attesa di rifornimento, mentre i restanti partirono ben armati, col prigioniero al seguito.
Le sorti a questo punto purtroppo mutarono: lungo il percorso, il prigioniero fuggì. I partigiani in marcia riuscirono ad allertare i compagni rimasti a Ferno, inviando una staffetta, ma inutilmente.
Il 5 gennaio 1945, la cascina venne attaccata dal Battaglione Azzurro, su segnalazione del fuggitivo.
Caddero, anche perché ostacolati dalla neve alta, Silvano Fantin, Claudio Magnoli, Dante Pozzi, Paolo Salemi e Nino Locarno, il Vicecomandante.
CARLA LOCARNO
Carla aveva vent’anni in quel momento, mentre perdeva suo fratello. Fu arrestata a sua volta e rischiò dapprima la fucilazione e poi la deportazione, a cui scampò, dopo trenta giorni a San Vittore, grazie all’intervento di un medico di Samarate.
Carla, scomparsa nel 2020 a 95 anni, fece della sua vita dopo la guerra un percorso di Memoria e di impegno civile esemplari. Testimone della Resistenza del territorio, che la vide protagonista accanto all’amato fratello, è stata Presidente della Sezione ANPI Samarate/Verghera.
Data inaugurazione targa. 25/4/2025
PER SAPERNE DI PIÙ
A. Jelmini, La prima brigata lombarda. Memorie del comandante “Fagno”, Odradek, 2003
http://www.anpi.it/
http://www.museopartigiano.it/
https://lnx.ecoistitutoticino.org/wordpress/percorso-memoria/