Herrin, Southern Illinois. Tra ottocento e novecento uno dei più importanti centri minerari degli States per l’estrazione del carbone.
Migliaia di abitanti dell’allora “mandamento di Cuggiono” quello che oggi chiamiamo castanese si erano diretti lì. Contadini diventati minatori in questa terra di adozione nel mid west americano.
Una storia di duri sacrifici e integrazione, tra la presenza del Klu Klux Klan e acuti conflitti sindacali come lo sciopero generale delle miniere del 1922 durato mesi conclusosi col pesante bilancio di 22 morti.
La scorsa settimana questa cittadina di 11.000 abitanti è stata la meta di sette ragazzi di “Basket Cuggiono” andati a conoscere e a sfidare sportivamente i loro coetanei, gli “Herrin Tigers” della locale High School.
L’idea del viaggio era nata, a seguito della visita di una cinquantina di ragazze e ragazzi di Herrin a Cuggiono nel giugno 2014, proseguita con contatti sui social network, e rilanciata lo scorso inverno dalla presidente del sodalizio sportivo cuggionese Claudia Pallanca con l’idea di una settimana al di là dell’Atlantico per un gruppo di giovani cestiti.
La proposta era stata ripresa con entusiasmo a Herrin con tanto di interviste giornalistiche e televisive da parte di Michaelann Stanley e Sandra Colombo da tempo in contatto con L’Ecoistituto della Valle del Ticino, associazione cuggionese da parecchi anni attiva nel recupero della memoria storica della grande migrazione in America a cavallo tra Ottocento e Novecento.
E così dall’ 11 al 19 luglio Herrin, costellata di segnaletica stradale recitante “Welcome Cuggiono” “Welcome Italians”, ha accolto Stefano Colombo, Andrea Spezia, Gianmarco Suman, Gianluca Giarda, Camillo Colli, Omar Beltrami , Lorenzo Raineri, del “Basket Cuggiono” accompagnati da Oreste Magni dell’Ecoistituto.
Una settimana intensa e indimenticabile contrassegnata da una accoglienza al di là di ogni aspettativa da parte, non solo delle famiglie ospitanti, ma da tutte le istituzioni locali a partire dal sindaco della Città Steve Frattini, nonni originari di Bernate Ticino, dai dirigenti e studenti della High School di Herrin, dai quotidiani e dalle televisioni del sud dellll’Illinois, nonché dai molti cittadini che in modo corale si sono stretti attorno alla delegazione cuggionese facendo a gara nel creare situazioni particolarmente stimolanti e conviviali a cavallo tra sport e recupero della memoria.
Numerosi gli incontri con decine e decine di persone dai cognomi familiari Berra, Venegoni, Gualdoni, Garavaglia, Garagiola, Calcaterra, Merlo, Milani… strette di mano, abbracci, richieste di notizie dei parenti al di qua dell’atlantico…un ricucire legami e riscoprire le proprie radici.
Il Clou di questa trasferta americana è avvenuto venerdì 17 luglio con la partita di Basket che ha visto le due squadre confrontarsi nell’ampio palazzetto dello sport della High School.
Poche ore prima nella City Hall di Herrin era stata apposta la firma da parte dei sindaco Steve Frattini collegato in teleconferenza con l’omologo cuggionese Flavio Polloni del patto di gemellaggio tra le due cittadine. Grande emozione tra i presenti.
A seguire l’ avvincente partita di Basket tra gli “Herrin Tigers” e “Basket Cuggiono”. Palazzetto dello sport affollato, inni nazionali, ragazze pon pon e tifo da stadio per entrambe le formazioni.
Confronto giocato fino all’ultimo in cui ha poi avuto la meglio la squadra locale, anche grazie alle numerose sostituzioni avvenute negli Herrin Tigers forti di dodici elementi cosa che, a differenza di Basket Cuggiono che ne disponeva solo di sette, ha consentito loro di immettere numerosi giocatori freschi nei momenti più cruciali determinando il risultato finale di 99 a 71.
La trasferta americana si è poi conclusa con una giornata a St. Louis nello stato confinante del Missouri, altro luogo simbolo della emigrazione dal territorio, dove Oreste Magni
a nome dell’amministrazione comunale di Cuggiono ha consegnato il diploma di cittadinanza onoraria in memoria di Frank Crespi uno dei primi giocatori italiani di baseball nella prestigiosa squadra dei Cardinals di St. Louis, al fratello Richard, emozionatissimo novantenne piacevolmente sorpreso dal fatto che a 8000 Km. di distanza il paese di origine dei suoi genitori aveva recuperato questo pezzo di memoria di “quando a emigrare eravamo noi”.