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La Città Possibile Autunno 2025

Ecco il numero autunnale della nostra rivista. Come al solito cerchiamo di riflettere su questioni locali, e non potrebbe essere che così, visto che abitiamo in un luogo e ci sforziamo di fare la nostra parte per migliorarlo, ma questo non vuol dire che il nostro sguardo non vada oltre. Del resto pensare globalmente, agire localmente è una massima sempre valida.

Qui l’editoriale che non a caso abbiamo intitolato “Che fare in tempi difficili”

Che fare quando rancore e disinformazione aumentano, accompagnati da false notizie, da quotidiana propaganda, dal ritorno delle guerre, dalla arroganza e dai ricatti di chi aspira a diventare padrone del mondo o a esserne fedele vassallo? Che fare quando le notizie vengono spettacolarizzate allo scopo di stupire, impaurire, scandalizzare, piuttosto che mettere le persone nelle condizioni di conoscere e capire?
Innanzi tutto non rassegnarsi, non è questo il tempo. Se mai lo è stato.
Ci sono, per fortuna, iniziative sociali, politiche e culturali, tanto meritevoli di sostegno quanto ignorate dai grandi media, che continuano a dirci che un’altra realtà è possibile. Iniziative che vanno sostenute, incoraggiate, fatte crescere.
Questo vale a maggior ragione quando lo sguardo si posa sulle nostre piccole realtà locali. Non potrebbe essere che così se ci interessa la concretezza dell’agire. Questo al netto delle stupidaggini di cui non di rado si incappa nei social. Perché spesso proprio ai livelli locali troviamo anche cose ragionevoli e utili, alla nostra portata, che uniscono il dire e il fare, che fanno crescere partecipazione, cooperazione, azioni quotidiane indirizzate verso il bene comune, azioni da sostenere a prescindere da chi le propone o le realizza.
Facile? Bella domanda. No. Non lo è mai stato, figuriamoci ora quando tutto sembra andare in direzione opposta, quando ai livelli che contano, si punta all’inasprimento dei conflitti, si distolgono fondi dalla lotta ai cambiamenti climatici, tema prioritario sempre più colpevolmente sottovalutato, quando si dileggia la solidarietà sbeffeggiata come buonismo o peggio perseguitata con leggi inumane quando salva vite, o mentre si fa assurdamente strada l’innalzamento delle spese in armamenti togliendo risorse alla sanità, al welfare, alle comunità locali. No, non è facile.

 Ma proprio per questo dobbiamo continuare a sostenere il coraggio, la creatività, la bellezza, di chi opera per alimentare coesione tra le persone e nei territori, per contrastare l’indifferenza, per generare legami, stimolare cittadinanza attiva.
Intendiamoci, questo partire dal basso è proprio il contrario del restare chiusi nel proprio orticello, del non vedere quello che succede ai “piani alti”. Che lo si accetti o meno, in un mondo sempre più interconnesso, anche l’azione al livello locale, può essere d’esempio, lasciare il segno.
E’ uno dei motivi per i quali queste pagine continuano ad uscire. Per dare anche in questo modo un contributo, piccolo per carità, ma che lasci traccia in questa direzione. E con tutti i suoi limiti faccia circolare idee che durino più di un click dei “leoni da tastiera”, per riportare il confronto a livelli decorosi, che restituiscano un senso alla parola responsabilità di ognuno e concretezza del fare le cose insieme, facendo valere i dati di fatto sul rancore e sulle bugie della propaganda, per ridare fiducia, a noi stessi e agli altri.
Riflessioni come semi di speranza per ricordare con parole nuove coerenze antiche, che sappiano guardare anche alla storia passata al fine di vivere consapevolmente il presente, per aprire nuove possibilità, e insieme poter agire cercando di costruire un domani migliore. 

Qui la versione on line, ma averla tra le mani è un’altra cosa, compila il modulo qui sotto per riceverla a casa. 

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