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IN MEMORIA DI ALEXANDER LANGER

 Il primo agosto abbiamo riposizionato la targa dedicata ad Alex Langer a Castelletto di Cuggiono, sul muro di fronte alla piazzetta della chiesa, dopo averla restaurata.

L’avevamo realizzata nel 1998 a ricordo del prezioso aiuto che Alex ci aveva dato nel ’94 e ’95 nel sollevare vittoriosamente al Parlamento Europeo lo spinoso tema delle trivellazioni petrolifere nel Parco del Ticino.

Era stata voluta non solo da noi. Lo stesso parroco di Castelletto Don Carlo Venturin, sensibile a ogni battaglia ambientalista, l’aveva richiesta con forza, doveva essere in marmo perché sfidasse il tempo e lasciasse traccia di lui.

Ad Alex  non si poteva non volere bene.  Non era un politico, era un visionario.

Eppure, quanto dolore per questa persona che abbiamo avuto l’onore di conoscere. Non si risparmiava, era uno di quelli che coniugavano le parole con le azioni. Quando tragicamente se ne andò, si prese le prime pagine non solo dei quotidiani italiani ma anche di tutti quelli di lingua tedesca.

Era un costruttore di ponti, un uomo di pace vero.

Quello che ha fatto, quello che ha costruito, quello che ha saputo immaginare è ancora qui davanti a noi. Sono in piedi, soprattutto, le domande che si poneva. La lotta ambientalista e pacifista, la lotta per i diritti umani di tutti, che rimane l’urgenza di ogni stagione, l’urgenza di sempre. Oggi Alex sarebbe stato certamente con noi a gridare pietà per le morti nel Mediterraneo.

In un momento nel quale si invocano le piccole patrie, l’insegnamento di Alex Langer è da tenere ben a mente. Un mondo diverso lo si sogna e lo si costruisce accettando le differenze, integrando e non escludendo. Facciamoci portatori di speranza. Come lasciò scritto lui, «continuiamo in ciò che era giusto».